sabato 6 maggio 2017

Limitless


Tanti anni fa, ad un corso di formazione capi Scout, ci sottoposero un test con varie domande a risposta condizionata. Eravamo, a partecipare al test, una quarantina fra nuovi e vecchi capi. Negli Scout, per chi non lo sapesse, quello che viene chiamato "capo" è un educatore, che ha fatto un iter formativo che prevede due tappe fondamentali, detti "primo" e "secondo" tempo e una serie di incontri i corsi di formazione che dovrebbero dare gli elementi di base per applicare il "metodo scout".
Ma torniamo al test e ai quaranta partecipanti: fra questi c'erano alcuni ragazzi in formazione come me del mio reparto gruppo, con i quali avevamo condiviso anni di esperienze, e alcuni miei capi. Uno in particolare, Vincenzo, mi aveva seguito praticamente da sempre: era stato mio "Capo Reparto" e poi "Capo Clan", quando io salii in Clan.
Il test prevedeva varie domande ma una chiedeva qualcosa tipo: "Leggi e regole sono indispensabili per una vita di comunità ?". Le risposte previste erano "Si" e "No". Io risposi a mio modo, ma quando ci fu la raccolta delle risposte la cosa che mi sconvolse è che quando declamarono la presenza di sono 3 "No", in mezzo a quella quarantina di partecipanti, Vincenzo chiese "ma oltre a me e Francesco chi ha risposto No ?".  Eravamo lontani di banco, mi sconvolse percepire all'istante quanto profondamente mi conoscesse per non temere una magra figura se io avessi detto "ehhh veramente io ho risposto Si". Avevo risposto No.
I limiti non servono a tutti.
I limiti, leggi, regole, non sono indispensabili per una vita di comunità. Chiaramente non per tutti è vero, non per tutte le comunità vale. Ma può esistere una comunità senza leggi e regole se fatta dalle persone giuste e compatibili fra loro e l'ambiente.
Tutti cerchiamo il contratto telefonico limitless: chiamate senza limiti, sms senza limiti, traffico dati senza limiti...
Tutti i servizi Internet più famosi sono gratuiti, senza costi, puoi passarci sopra tutto il tempo che vuoi, senza limiti. E la gente lo fa: ci passano sopra la maggior parte della loro giornata. Momenti che potrebbero dedicare ai figli e figlie, ai propri compagni o compagne, al lavoro, ad imparare qualcosa di nuovo, a scrivere e quindi creare qualcosa...vengono invece trascorsi sui "Social"... social, che geni a chiamarli così.
Un ambiente artificiale costruito con l'intento di farci trascorrere quanto più tempo possibile le persone dentro io lo riconosco immediatamente.
Le discussioni ad inizio anni 2000 quando ci si lamentava che i grandi investimenti in pubblicità su Internet ancora non erano partiti, c'erano ordini di grandezza enormi di differenza fra gli investimenti in pubblicità sui media tradizionali rispetto alle briciole che Internet raccoglieva. E quelli che si occupavano di marketing giustificavano la situazione spiegando che l'utente medio permane troppo poco tempo su una pagina specifica perché il banner pubblicitario sia visto e assimilato. I tempi di permanenza erano brevissimi, in tutti gli ambienti. Quelli che raccoglievano un poco più tempo di permanenza erano i siti dei giornali tradizionali e che infatti raccoglievano sponsor che rappresentavano il 90% degli investimenti in pubblicità.
Poi arrivò Facebook e tutto è cambiato.
Hanno costruito un mondo nel quale si permane tanto tempo, al quale si concedono dettagli personali, che consentono una profilazione accurata, che non forniremmo neanche al nostro più intimo amico... per discrezione e privacy.
Si può stare li a sbirciare la vita splendida del nostro vicino di casa tutto il tempo che si vuole, limitless.
Possiamo stare su WhatsApp a messaggiare con qualcuno per tutto il tempo che vogliamo, limitless.
Con l'illusione che stiamo assolvendo ad un bisogno umano fondamentale: avere rapporti sociali.
Vi sbagliate. Siete solo pesci che abboccano ad un amo fatto ad arte.
Basterebbe pensare, osservare alzando un attimo lo sguardo dallo schermo, a cosa stiamo rinunciando in quell'attimo preciso per leggere un post. Per guardare la vignetta simpatica, la gif divertente.
E se dovessimo pagare per stare su Facebook ? Se si pagasse anche solo 1 centesimo a minuto ? Se non fosse limitless ? Forse saremmo costretti a dare un valore a ciò che prendiamo dai Social. Forse ci accorgeremmo che andiamo a perderci.
Quindi l'assenza di limiti non è per tutti. I limiti servono ai più, alle masse. Servono le leggi, servono le regole, servono le religioni, servono i capi, serve lo Stato e serve la Magistratura, servono le forse dell'ordine che fanno rispettare le regole. Ai più.
Poi ci sono, pochi, le cui leggi e regole sono dentro di essi. Le autodefiniscono e se le autoimpongono perché sono sufficientemente evoluti per non aver bisogno di limiti, norme e regole imposte dall'esterno, da qualcun'altro che non siano essi stessi.
Utopia ? Se stai pensando a questo allora sei ignorante. Cerca e troverai varie iniziative in questo senso.
Conosco una comunità, circa 15 persone, alle quali basta appendere, la sera, al frigo un foglio con l'elenco delle attività che è necessario svolgere per trovarlo, al mattino, compilato con i nomi di chi ha scelto di occuparsene. E se uno non si inserisce mai su nessuna attività ? Bhè avrà le sue motivazioni. 
Limitless.



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