giovedì 11 luglio 2019

Le "regole" per una sana educazione della prole

Le "regole" per una sana educazione della prole

E' fondamentale porre delle "regole" per educare la propria prole. Regole R-I-G-I-D-E e, nella loro applicazione, bisogna essere dei genitori I-N-F-L-E-S-S-I-B-I-L-I.
Di recente ho riflettuto sulle regole che inflessibilmente ho imposto nell'educazione delle mie figliole e le voglio qui dissertare.

Volendo sintetizzare e semplificare (si fa così in genere: si comincia dal generale e poi si approfondisce) potrei riassumere le regole che ho imposto alle mie figlie in una unica macro regola ferrea e irremovibile e imprescindibile: NON AVERE REGOLE.
Non averne, non farsene imporre, mai da altri e mai cedere la propria libertà.
Bisogna essere irreprensibili su questo: niente regole !!!
Non ascoltate quelli che dicono: le regole sono indispensabili per una convivenza civile... bla, bla, bla... solitamente sono quelli che hanno bisogno di qualcuno che li bastoni se sbagliano a parlare così.
Solo nella libertà si può vivere e crescere sani e forti. Niente regole.

Risulta già faticoso dover sottostare alla gravità, al ciclo nascita-crescita-morte, al tempo che scorre irrefrenabilmente... già è tanto faticoso, figuriamoci a doverne subire altre.
Persino Dio, si il dio buono e tollerante o quello superbo e vendicativo (dipende da quale religione professate e se ne avete una, io ce l'ho e la uso per spiegare questo concetto), ci ha creati e poi ci ha dotati del "libero arbitrio". Un dato di fatto questo. Anche Lui un pazzo: poteva farci schiavi incatenati ad una religione. Ed invece no. Ci ha creati e ci ha resi liberi da tutto, persino da Lui stesso.

Ma ritorniamo agli aspetti educativi e pedagogici delle "regole"... che non esistono. Dicevo "libertà" e quindi attaccamento a questa ecco ciò che credo fondamentale tramandare: un attaccamento viscerale  spasmodico, violento, alla libertà. Io cerco di essere un buon padre: presente, stimolante, divertente, estroso e comprensivo. Spero di poterle sostenere, durante la loro vita, nelle scelte che faranno.
Ma se, un giorno, le mie figlie dovessero decidere di cedere la loro libertà bé troveranno in me un nemico assoluto, spietato, accanito e tremendo.
Viviamo in una società, quella contemporanea, che spinge alla cessione della libertà da parte degli individui: per renderti la vita più semplice, per non stressarti, per non faticare dopo una intensa giornata di lavoro (perché tutti facciamo i fisici nucleari e stiamo tutto il giorno a spremerci le meningi in maniera sovraumana) prendi questa pastiglia, guarda questo show demenziale in tv, ascolta questa musica vuota, clicca con il mouse su "avanti-avanti-avanti"...
Bisogna lottare, ed educare alla lotta, contro tutto questo.

Il pericolo peggiore non viene dall'esterno ma dall'interno: se si decide da se di cedere la propria libertà. Quando avviene ciò ? Quando decidiamo di cedere alle droghe, quando decidiamo di buttare cuore e anima in una religione, quando scegliamo un compagno o una compagna che non rispetta la nostra libertà in quanto individui. Questa cessione volontaria è sempre più frequente proprio per quanto dicevo prima: la società contemporanea ci spinge a farlo perché così risultiamo dei consumatori più manipolabili, dei lavoratori più obbedienti, dei cittadini che demandano con più facilità. L'antidoto a tutto questo, che è il male assoluto, è una educazione volta a creare un attaccamento assoluto alla cosa più bella ed importante oltre la vita stessa: la libertà.


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