mercoledì 3 febbraio 2021

Ecosistemi esistenti e da fare

Un video del buon Giulio Brotini, lo trovi qui, mi ha dato un ottimo punto di vista su una questione alla quale lavoro da tempo nel mio ambito, ma che ritengo valga in generale: il concetto di ecosistema.

Tutto l'ambito tecnologico può essere diviso in due mondi: quello delle macchine e quello degli esseri viventi (no uso il termine "umano" perché ormai le interazioni con le macchine avvengono anche se sei una mucca in un allevamento intensivo, o se sei un fagiolino coltivato con l'agricoltura di precisione). Quando questi due mondi interagiscono scatta una cosa che viene detta "user experience". Questa user experience, è stato ampiamente dimostrato, risulta migliore e quindi più piacevole, ma anche più produttiva, più efficace, quando avviene in un "ecosistema".

A cosa mi riferisco: Apple lavora ad un ecosistema, da sempre praticamente, ma con i nuovi processori "silicon" sembra essere sulla buona strada per ottenere una interoperabilità e compatibilità fra tutte le componenti software e hardware. Apple sta puntando evidentemente su App, smartphone, tablet, TV, domotica ecc. tutto integrato. In pratica in cosa si traduce questa "interoperabilità" ? Cominci un lavoro sul tablet, lo segui con lo smartphone e lo termini con il notebook, mentre ci lavoro in casa le luci vanno sullo scenario "smartworking" per switchare sullo scenario "hometheater" quando vai sulla Apple Tv. Ad esempio.

Microsoft non ha questo "ecosistema", forse sta provando ad imporlo con le soluzioni business (devi per forza usare il loro dbms, il loro crm, il loro erp se vuoi che ragionino assieme e formino un ecosistema business).

Amazon l'ecosistema lo sta creando il il cloud, AWS. In AWS lo sviluppatore trova le componenti già pronte per usare, nelle proprie soluzioni, componenti DB, NoSQL, BI, AI, ecc.

Queste tendenze dei grandi player del mercato informatico sembrano confermare la tesi per la quale il futuro è degli "ecosistemi".

In ambito "Linux" si potrebbe fare, anzi io che condivido questa tesi, credo si DEBBA fare. Flathub, ad esempio, punta a raccogliere app adatte a "qualunque distribuzione Linux". Se si riuscisse, in futuro, a far girare le app per Linux su Android ed il contrario (cosa non tanto difficile se vedi progetti come Flutter/Dart di Google) si potrebbe arrivare ad avere un ecosistema, in questo caso più ricco di quello Apple perché costituito da tutte le app per Android + tutte le app per le varie distro Linux. La stessa app che uso sul tablet, la uso sullo smartphone e sul notebook.Per la domotica c'è Home Assistant che anche lui dovrebbe fare una evoluzione nella direzione dell'integrazione facile ed il "gioco" è fatto.

Il vantaggio è per l'utente, in termini di esperienza d'uso ed economici: compro una app e la uso da per tutto.
Il vantaggio per il fornitore di app e servizi è notevole: gli utenti aumentano di tantissimo.

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