martedì 8 settembre 2015

A Pesaro chiedono a Microsoft se è meglio l'Open Source o Office365


I metadata di un documento 
creato nel 2015 a Pesaro usando una 
versione di OpenOffice del 2010.
Fonte: TechRepublic

E la risposta è scontata.
Ad essere ermetici il mio post si potrebbe fermare qui dal momento che, mediante i sociale, siamo stati bombardati da questa notizia "L'Open Source costa troppo, Pesaro torna al software a pagamento" secondo la quale Pesaro avrebbe speso 300 mila euro per la migrazione da Microsoft Office a OpenOffice per poi, dopo pochi anni tornare sui propri passi e adottare Office365 (la soluzione per la produttività d'ufficio, leggi Microsoft Office, nel cloud Microsoft).
La risposta è scontata, si diceva, in riferimento al fatto che a Pesaro ha chiesto a Microsoft uno studio per valutare se è meglio l'Open Source o è meglio il software di Microsoft... come chiedere ad un rivenditore di auto usate se è meglio comprare l'auto nuova o quella usata... la risposta è scontata.
Quindi i social e i blog si settore hanno dato risalto alla notizia "L'Open Source costa troppo meglio Microsoft".
Chiaramente le cose non stanno così ma vuoi mettere quanto è utile avere, per Microsoft, un caso del genere per sostenere la lotta contro l'Open Source nella pubblica amministrazione che è la naturale evoluzione alla quale si sta opponendo con tutte le sue forse.
Interessante l'articolo "Microsoft: al comune di Pesaro i conti non tornano" nel quale l'ottimo Paolo Vecchi fa quello che ognuno dovrebbe fare se è in qualche modo interessato ad una questione: verificare. E verificando i conti non tornano.
Fin qui l'analisi sui fatti ma allargando la visuale c'è un'altra analisi interessante fatta nell'articolo di Stefano Epifani "Microsoft: da MSN al Comune di Pesaro come sbagliare tutto e vivere felici" nel quale ci racconta tanti errori di strategia di questa mega-compagnia americana...
Io vorrei porre l'attenzione su un "piccolo" problema di SICUREZZA NAZIONALE, si proprio quella che si invoca quando si parla della proprietà della rete di telecomunicazione che "... non può andare in mani straniere per questioni di sicurezza nazionale": in questo caso non si vogliono proteggere i doppini telefonici, chiaramente, ma le informazioni che ci viaggiano sopra. E poi usiamo software chiuso di una compagnia americana ? Migriamo a Office365 mettendo sui server di una compagnia straniera delibere, progetti e dati sensibili di tutti i cittadini italiani ? Questa o è ipocrisia oppure ignoranza, e queste notizie forse sono peggio delle tante bufale della rete.
Come succedeva per Windows ora mi rivolgo la solita domanda: "Ma se l'Open Source è così buono perché quasi tutti usano software closed ?" La risposta è semplice, ed è confermata  dai fatti di Pesaro: a supportare l'Open Source c'è sono una comunità di tecnici e appassionati, se a supporto dell'Open Source ci fosse una compagnia privata con interessi economici (?) Microsoft non avrebbe speranze.

Aggiornamento: qui trovate una comparazione con qualche elemento in più, come ad esempio il fatto che a Pesaro nel 2015 usavano una versione di OpenOffice 2010... per fortuna non lo sono ma se fossi un "mal-pensate" potrei credere che tutto quanto è stato costruito ad-hoc.


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