venerdì 23 luglio 2021

Saremmo diventati cosa ?

Ho letto, di recente, "Sarei stato carnefice o ribelle ?" di Pierre Bayard  (Sellerio editore), un bel libro nel quale l'autore racconta, inventando, come si sarebbe comportato e quali scelte avrebbe fatto se fosse nato nel 1922, come suo padre, e si fosse trovato nel periodo storico che ha costruito le basi affinché la seconda guerra mondiale scoppiasse. Tutto basato su un perfetto mix di fatti storici, analogie con personaggi dell'epoca, auto-analisi psicologica e ipotesi il percorso del giovane protagonista di questa storia si svolge a diretto contatto con chi ha scelto di salire sul carro del "nazional-socialismo", chi ha dovuto abbandonare tutto per scappare perché perseguitato per questioni raziali, chi ha scelto di essere carnefice e chi ribelle nel periodo dell'occupazione nazista della Francia negli anni 1940-44.

Successivamente, in occasione dei 30 anni di World Wide Web, era appunto il 1989 quando Tim Berners-Lee al CERN di Ginevra proponeva un database ipertestuale con link e struttura reticolare, riflettevo su come abbiamo "sfruttato" le potenzialità della rete trasformando uno strumento a fortissimo carattere libertario e comunitario, costruito architetturalmente in maniera orientata a questi valori, in uno strumento commerciale, inoffensivo per il "sistema".

Sto leggendo "Game Over" di Alessandro Baricco, tema: preistoria e storia di come siamo arrivati alla civiltà "iper-connessa" contemporanea.

Dalla permanenza nei miei pensieri e riflessioni di questi tre elementi è nata una idea: mi piacerebbe raccontare, in un libro, la contemporaneità alternativa che si sarebbe venuta a creare se negli ultimi trenta anni avessimo sfruttato la rete e le nuove tecnologie per il bene dell'umanità.
Al contrario di ciò che fa Bayard nel suo libro io vorrei mettere al centro una comunità, non un individuo, anzi, quasi per un gioco "al complementare", ci metterei la comunità più grande che ci possa essere: l'intera umanità.
Come nel libro di Bayard vorrei usare elementi oggettivi e specifici per evidenziare l'esistenza di un bivio, una biforcazione, non sempre evidente nel momento in cui si è creata la possibilità di prendere una strada o l'altra, ma a posteriori molto evidente come momento di scelta, di orientamento generale.
Voglio, se non dare la risposta, almeno rendere evidente il dubbio:

Saremmo diventati cosa ?

E questi sarebbero i capitoli:

Capitolo 1 - Nei libri sono custodite le cose più inenarrabili
Capitolo 2 - La dipendenza
Capitolo 3 - ...


mercoledì 3 febbraio 2021

Ecosistemi esistenti e da fare

Un video del buon Giulio Brotini, lo trovi qui, mi ha dato un ottimo punto di vista su una questione alla quale lavoro da tempo nel mio ambito, ma che ritengo valga in generale: il concetto di ecosistema.

Tutto l'ambito tecnologico può essere diviso in due mondi: quello delle macchine e quello degli esseri viventi (no uso il termine "umano" perché ormai le interazioni con le macchine avvengono anche se sei una mucca in un allevamento intensivo, o se sei un fagiolino coltivato con l'agricoltura di precisione). Quando questi due mondi interagiscono scatta una cosa che viene detta "user experience". Questa user experience, è stato ampiamente dimostrato, risulta migliore e quindi più piacevole, ma anche più produttiva, più efficace, quando avviene in un "ecosistema".

A cosa mi riferisco: Apple lavora ad un ecosistema, da sempre praticamente, ma con i nuovi processori "silicon" sembra essere sulla buona strada per ottenere una interoperabilità e compatibilità fra tutte le componenti software e hardware. Apple sta puntando evidentemente su App, smartphone, tablet, TV, domotica ecc. tutto integrato. In pratica in cosa si traduce questa "interoperabilità" ? Cominci un lavoro sul tablet, lo segui con lo smartphone e lo termini con il notebook, mentre ci lavoro in casa le luci vanno sullo scenario "smartworking" per switchare sullo scenario "hometheater" quando vai sulla Apple Tv. Ad esempio.

Microsoft non ha questo "ecosistema", forse sta provando ad imporlo con le soluzioni business (devi per forza usare il loro dbms, il loro crm, il loro erp se vuoi che ragionino assieme e formino un ecosistema business).

Amazon l'ecosistema lo sta creando il il cloud, AWS. In AWS lo sviluppatore trova le componenti già pronte per usare, nelle proprie soluzioni, componenti DB, NoSQL, BI, AI, ecc.

Queste tendenze dei grandi player del mercato informatico sembrano confermare la tesi per la quale il futuro è degli "ecosistemi".

In ambito "Linux" si potrebbe fare, anzi io che condivido questa tesi, credo si DEBBA fare. Flathub, ad esempio, punta a raccogliere app adatte a "qualunque distribuzione Linux". Se si riuscisse, in futuro, a far girare le app per Linux su Android ed il contrario (cosa non tanto difficile se vedi progetti come Flutter/Dart di Google) si potrebbe arrivare ad avere un ecosistema, in questo caso più ricco di quello Apple perché costituito da tutte le app per Android + tutte le app per le varie distro Linux. La stessa app che uso sul tablet, la uso sullo smartphone e sul notebook.Per la domotica c'è Home Assistant che anche lui dovrebbe fare una evoluzione nella direzione dell'integrazione facile ed il "gioco" è fatto.

Il vantaggio è per l'utente, in termini di esperienza d'uso ed economici: compro una app e la uso da per tutto.
Il vantaggio per il fornitore di app e servizi è notevole: gli utenti aumentano di tantissimo.